Rev.mo Padre guardiano, rev.mo Parroco, amici del Terz’ordine francescano, Vi sia gradito il saluto che vi do su mandato della Priora della Fraternita laica domenicana di Palermo.
In questa III Domenica d’Avvento, in cui noi Domenicani ricambiamo la Vostra visita del 15 Ottobre, è doveroso riferirsi al Cristo veniente, che “è lo stesso ieri, oggi e sempre”. Che è, cioè, ieri, oggi e sempre, Re di Giustizia e di Pace.
Giustizia e Pace che, dunque, sono per - tutti noi cristiani - impegni costanti, specie oggi: in un momento caratterizzato da molte iniquità (lo scarso rispetto per la dignità della persona umana, le difficoltà di lavoro, le sofferenze nella famiglia, l’abuso della funzione politica gestita in modo satrapesco …). Molte iniquità che si traducono in conflitti: tra gli individui, nei gruppi sociali, nella società nel suo complesso e tra i popoli.
Orbene, in tale quadro storico è particolarmente necessario riscoprire Gesù, nato povero per i poveri (materialmente e spiritualmente tali), al quale si ispirano i nostri reciproci Fondatori: Francesco e Domenico. Per un’azione, appunto, di Giustizia e di Pace.
Un giorno, circondato dagli amici chiassosi e ubriachi, uno dei quali dice “sembra che stia proprio meditando di prender moglie”, il santo d’Assisi risponde sorridendo è “proprio così […], ma è molto più nobile, ricca e bella di quanto voi possiate pensare o immaginare” [1]. Questa sposa è Madonna povertà. Francesco si fa, come Cristo, povero, per darsi - credibilmente ed efficacemente - ai poveri.
E, analogamente, Domenico - che è amico di Francesco - mentre studia sulle pergamene del tempo, indignato dalla miseria dilagante, le prende e le vende: “come posso studiare su pelli morte, mentre i miei fratelli muoiono di fame !”. E’ l’inizio di un carisma e di un nuovo Ordine, dedito alla “predicazione fatta in povertà” [2].
Questi sono i nostri modelli. Francesco e Domenico non si chiudono in sé stessi; non godono degli agi di famiglia; non mirano a successi personali. Ma si aprono al mondo; rinunciando ai suoi piaceri e alle sue smodate realtà, per darsi al prossimo sfruttato, affamato, vittima dell’ignoranza.
Per darsi a Cristo stesso, che ri-conoscono (ossia che conoscono di nuovo, ancora, dopo secoli dalla sua morte e Risurrezione) negli altri, bisognosi di Giustizia (di tutto ciò che spetta loro per diritto) e dunque di Pace.
Questo è, allora, l’augurio che i Laici domenicani intendono farVi nell’imminenza del Santo Natale. Di avere occhi informati (senza conoscenza non può esservi apostolato adeguato) ed attenti, sensibili, al grido che ci proviene dal pianeta intero: richiesta, insistente e non sempre latente, di quell’amore che, per Cristo, con Cristo e in Cristo, tutto compendia e trasforma, fino a nuovi cieli e nuove terre.
Giuste e pacifiche.
Per il Laicato domenicano,
Salvatore Scaglia - Palermo, 16-12-2006
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[1] H. Hesse, Francesco d’Assisi, Tascabili Economici Newton, Roma, 1993, pag. 44.
[2] W. Hinnebusch, I domenicani. Breve storia dell’Ordine, Edizioni paoline, Cinisello Balsamo (MI), 1992, pag. 12.