> CHI SIAMO

I Laici domenicani di Palermo costituiscono una Fraternita laica (di San Domenico; abbreviato: F.L.S.D.). Sono l'ex "Terz'Ordine", espressione e articolazione del più ampio Laicato domenicano, quale condizione del fedele cattolico impegnato a vivere, nel mondo (ossia non da ministro ordinato o soggetto di vita consacrata), il carisma di san Domenico di Caleruega - Spagna - (1170-1221; nell'immagine sopra, a sinistra, mentre adora la Croce - Beato Angelico, particolare, Firenze, museo di San Marco): preghiera, studio e predicazione.

La Fraternita palermitana si riunisce di norma due volte al mese (il 1° e il 3° Lunedì alle ore 21) presso il convento dei Padri domenicani, sito in via Bambinai n. 18 - c.a.p. 90133 - (dalla via Roma, zona Poste centrali; dal lungomare, rione San Pietro).

Scopo delle adunate è l'incontro fraterno unito alla preghiera e alla meditazione della Parola di Dio, in funzione della predicazione: sia dei singoli sia del gruppo. Si punta così a formare dei laici adulti, capaci di permeare le realtà secolari con lo spirito cristiano (cf. , nel Concilio ecumenico Vaticano II, Lumen gentium, n. 31) secondo l'ideale domenicano.

Una sottolineatura è data anche alle tematiche attuali di Giustizia e Pace (cf. Costituzione fondamentale del laicato domenicano, n. 6), nella memoria operativa dei tanti che - nell'Ordine domenicano - si sono battuti per un mondo migliore, in cui la tranquillità universale (pace) non sia frutto di armistizi o silenzio delle armi, ma piuttosto del "dare continuamente a ciascuno il suo" diritto (giustizia).
D'altro canto chi ama veramente Cristo è chiamato a servirlo nei fratelli (cf. Matteo 25).

> L'IDENTITA' E LA STORIA

Il Laicato domenicano nasce in stretto collegamento con l'Ordine dei Predicatori (approvato da papa Onorio II nel 1217). Infatti, già agli albori della sua attività apostolica, a san Domenico (+ 1221) si uniscono dei laici (ossia delle persone che non sono nè chierici nè frati), che, come "famuli" o "donati", adempiono delle funzioni materiali, cioè di supporto a quelle dei frati. Così, un po' dappertutto, accanto ai conventi sorgono delle confraternite, rette da statuti peculiari e costituenti delle vere e proprie scuole di fede, preghiera e vita cristiana secondo lo spirito del fondatore. S'impone, dunque, la necessità di dare a tutte queste confraternite una regola generale. Ciò accade nel 1285 con il Maestro generale Munio di Zamora, che promulga la "Regola dei fratelli e delle sorelle dell'Ordine della Penitenza di S. Domenico, fondatore e padre dei Frati Predicatori". Esordisce, in questo modo e formalmente, il Laicato domenicano, che più tardi (secolo XV) assumerà il nome di "Terz'Ordine", a significare, appunto, la sua presenza dopo i Frati e le Monache. Secondo la Regola zamorana il candidato, "come figlio prediletto di S. Domenico nel Signore", dovrà essere "emulatore e ardente zelatore, secondo il proprio stato, della Verità della fede cattolica" (cf. Regola citata, n. 1). I laici domenicani, quindi, operano fin dall'inizio al servizio della Verità, che contemplano e annunciano agli altri (il loro scopo è "contemplari et contemplata aliis tradere", per dirla con san Tommaso d'Aquino). Contemplano, cioè, il Vangelo di Cristo con la preghiera e lo studio, e, senza estraniarsi completamente dal mondo (da "single" o sposati e nelle più varie occupazioni lavorative), si santificano e santificano il mondo, informandosi al carisma di Domenico (cf. Costituzione fondamentale, n. 2) e seguendo l'esempio di Caterina da Siena, patrona dei laici domenicani (cf. Costituzione cit. , n. 5). In quanto titolari di questo gravoso, ma suggestivo mandato, i laici di Domenico sono parte, a pieno titolo, della più ampia "Famiglia domenicana" (felice denominazione che, per decisione del Capitolo generale di Madonna dell'Arco (NA) - 1974 -, sostituisce quelle obsolete di "Primo, Secondo e Terzo Ordine").

> LA SPIRITUALITA'

L'attività dei laici di san Domenico è particolarmente importante per la Chiesa. Infatti, dopo il Concilio ecumenico Vaticano II (1962-65), il laicato, come condizione di qualsiasi battezzato (che non sia ordinato nè religioso), viene riscoperto per la sua essenziale funzione di ordinazione a Dio delle realtà temporali (cf. la menzionata Lumen gentium, n. 31). I laici domenicani, tuttavia, hanno una tensione tutta speciale, sia per la loro vita spirituale (individuale e comunitaria), sia per il servizio a Dio e al prossimo, che, come detto, si sostanzia nella competente e coerente testimonianza della Verità di Cristo. Per il laico di Domenico, insomma, la più alta forma di carità consiste proprio nel "portare l'altro dalle tenebre dell'ignoranza alla luce della conoscenza" (Tommaso d'Aquino). A questo fine, i laici si incontrano periodicamente nella sede della Fraternita per esercitare un sano e caldo amore fraterno, ma anche per formarsi in dottrina (con l'esame della Scrittura e del Magistero ecclesiale), per pregare nonchè per organizzare la predicazione e le altre azioni caritative proprie dello spirito di Domenico (cf. nuovo Direttorio nazionale, nn. 18 e 24). Insieme costituiscono un'associazione di fedeli (Fraternita), "i cui membri conducono una vita apostolica e tendono alla perfezione cristiana partecipando nel mondo al carisma" domenicano, "sotto l'alta direzione" dell'Ordine (cf. Codice di Diritto canonico, can. 303).

> I MAGGIORI LAICI DOMENICANI

Foltissima è la schiera dei laici domenicani, che hanno fatto la storia della Chiesa e della Società civile. I più noti sono certamente la nominata Caterina (+ 1380), patrona dei laici predicatori, dottore della Chiesa ed ispiratrice del ritorno del Papa a Roma dalla "cattività avignonese"; santa Rosa da Lima (+1617), patrona dell'America latina; i beati Pier Giorgio Frassati (+1925) e Bartolo Longo (+ 1926), istitutore del santuario mariano di Pompei; Giovanni Acquaderni (+ 1922), fondatore dell'Azione cattolica italiana; Titina De Filippo (+ 1963), attrice; Giorgio La Pira (+1977), politico; Aldo Moro (+ 1978), statista; i futuri papi Benedetto XV (+ 1922) e Pio XII (+ 1958); don Luigi Sturzo (+ 1950), creatore del Partito popolare; nonchè don Giacomo Alberione (+ 1971), fondatore della Famiglia paolina.
Su La Pira e Sturzo sono stati recentemente aperti, a Firenze e a Roma, processi diocesani super virtutibus.
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Benedetto XVI RINUNCIA al mandato petrino

Benedetto XVI RINUNCIA al mandato petrino
Permanere "usque ad mortem" sul Soglio pontificio può essere una sorta di martirio (come dimostra la recente testimonianza di Giovanni Paolo II). Tuttavia, secondo il tradizionale insegnamento della Chiesa, non tutti sono chiamati al martirio e dunque non si può censurare (del resto non lo fa nemmeno la legge canonica, che prevede e disciplina la rinuncia al mandato petrino !) il Papa che, responsabilmente e coscientemente davanti a Dio (come ha dichiarato Benedetto XVI), si dimette.
VIVA BENEDETTO XVI, Papa dotto, mite e capace di atti importantissimi (tra cui l'aver dato norme severe contro la pedofilia e il riciclaggio del denaro, in cui era coinvolto lo IOR).
Ma VIVA SOPRATTUTTO LA CHIESA CATTOLICA, nella quale PERMANENTE non è la figura dell'uomo, persino il santo, che rimane ministro (ossia servitore), ma di GESU' CRISTO NOSTRO SIGNORE, che l'ha fondata e la continua a governare fino alla fine dei tempi.
Perchè SU DI ESSA, come promesso dallo stesso Signore, LE PORTE DEGLI INFERI "NON PRAEVALEBUNT" !
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Sulla manovra economica, DALLA PARTE DEGLI ULTIMI

La manovra economica in discussione alla Camera colpisce, non per la prima volta, le famiglie e le persone più deboli.

In un contesto economico-sociale assai critico - in cui la famiglia è obbiettivamente alla base del welfare italiano, tamponando le insufficienze delle istituzioni pubbliche, centrali e locali, circa i giovani disoccupati, gli anziani e gli ammalati - ci indignano i tagli lineari delle agevolazioni fiscali, seppur per il 2013-2014, riguardanti persino i figli a carico e le spese sanitarie. Ma anche la stabilizzazione, per l’immediato, degli aumenti provvisori delle accise sui carburanti, che porta complessivamente le tasse sul carburante al livello più alto dal 1995, è una ver’e propria stangata per consumatori e imprese.

Ci appare, peraltro, paradossale che chi ha chiesto ed ottenuto il consenso elettorale promettendo « meno tasse per tutti » oggi non riesca a calibrare diversamente questa manovra, pur indispensabile per la tenuta dei conti italiani secondo i parametri dell’Unione europea.

Se, quindi, come ha dichiarato in queste ore lo stesso Ministro dell’economia, « la salvezza arriva dalla politica » e « la politica non può fare errori », auspichiamo una modifica sostanziale, se non sui numeri, sui primi destinatari della manovra stessa, che rischia di impoverire ulteriormente il c.d. ceto medio, dando l’impressione di risparmiare i ricchi di un Paese, in cui il 10% delle famiglie possiede il 44% della ricchezza nazionale.

Pertanto, si attivino specialmente quanti in Parlamento si dicono credenti, ricordando che per « l'oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, io sorgerò - dice il Signore - » e « metterò in salvo chi è disprezzato » (Salmo 11, 6).

Commissione Nazionale della Famiglia Domenicana Giustizia Pace e Creato

Roma, 15-7-2011

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X GIORNATA per l'IMPEGNO e la SOLIDARIETA'

La Commissione nazionale di Giustizia, Pace e Creato della Famiglia domenicana ha organizzato, a Bergamo, il 27 Novembre 2010, la X Giornata per l'impegno e la solidarietà, sul tema Per un'economia centrata sulla vita. Morti bianche, conti in rosso. I colori della crisi economica nel mondo del lavoro.

Qui il programma ed altri materiali su temi attuali di Giustizia e Pace:


A questo link, invece, qualche foto dell'evento:


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APPELLO al Papa per Padre Pino PUGLISI MARTIRE

Clicca qui sotto per firmare, eventualmente indicando una motivazione e l'associazione di appartenenza:

http://diamounsegno.wordpress.com/2010/09/25/don_pino_puglisi_martire/comment-page-1/#comments
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A Palermo dalla parte di lavavetri e senzatetto

E' appena entrata in vigore un'ordinanza del Sindaco di Palermo che prevede un'aspra sanzione pecuniaria, tra l'altro, nei confronti dei lavavetri ai semafori delle strade e di persone senza fissa dimora sorprese a bivaccare (sic). Il provvedimento ritiene che le loro attività creino problemi di ordine pubblico: l'intento è dunque quello - ha dichiarato il Sindaco - di "migliorare la qualità della vita dei cittadini", rispondendo "anche ad un sentire comune".

Tuttavia è paradossale che, in una città in cui la violazione delle regole è all'ordine del giorno, si chiamino a rispondere di comportamenti illeciti i poveri, quali sono le persone umane che chiedono qualche centesimo agli incroci o, in mancanza di un'abitazione, si sistemano a dormire tra improvvisati cartoni e coperte. In un momento in cui, secondo i dati Istat, la disoccupazione dilaga e si allargano le aree di povertà nella città, questa misura è davvero sorprendente, anche perchè rischia di consegnare uomini e donne che vivono di espedienti alla commissione di veri e propri reati, se non alla mercè della criminalità organizzata.

La decisione, in ogni caso, non risponde affatto al nostro sentire di cittadini e di cristiani, che anzi affermano con forza come una vita migliore per Palermo sarebbe, non già quella in cui gli indigenti siano resi invisibili, togliendo dagli occhi di chiunque lo scandalo della miseria, bensì quella intessuta di attenzione, da parte di ciascuno, ai bisogni degli ultimi, in nome di una reale solidarietà e giustizia.


Palermo, 24 Settembre 2010 (pubblicato su La Sicilia - Palermo del 5-10-2010, p. 33)



Fra' Graziano Bruno o.f.m., Giustizia Pace Integrità del creato - Sicilia

Fra' Giovanni Calcara o.p., Commissione nazionale di Giustizia e Pace della Famiglia domenicana

Francesco Lo Cascio, Movimento Internazionale per la Riconciliazione

Salvatore Scaglia, Commissione nazionale di Giustizia e Pace della Famiglia domenicana

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Il Papa a Palermo e le polemiche

In questi giorni abbondano le polemiche circa le spese relative alla visita di Benedetto XVI a Palermo, prevista per i primi di Ottobre.
Polemiche - al di là del loro fondamento - sovente strumentali perchè agitate, per fastidio preconcetto, contro la Chiesa cattolica. Ma, rispetto alle quali, persino qualche autorevole replica non è stata del tutto felice, avendo fatto un riferimento - generale - a cene di magistrati sotto scorta, in una città che ha visto letteralmente dilaniati diversi operatori di giustizia con le loro tutele e in cui diversi continuano a rischiare davvero le loro vite.
In questo contesto di sterili contrapposizioni, io scelgo una parte sicura: quella del Vangelo: ‎"Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" " (Matteo 16, 16-18).
E' dunque la fede ("nè la carne nè il sangue") a far credere in Cristo-Salvatore e dunque nella Chiesa, ossia l'assemblea dei fedeli, da Lui fondata.
Ma sto anche con la Costituzione. Dovrebbe essere quindi espressione di autentica laicità (intesa come pluralismo confessionale e culturale, per dirla con le sentenze della Corte costituzionale), visto che questa terra è di tutti, consentire ai molti credenti - che accorreranno a Palermo non solo dalla provincia - di ascoltare le parole del Successore di Pietro.
Il quale peraltro, quando parla dell'uomo, che dovrebbe stare a cuore a tutti quanti, si rivolge a tutti gli uomini di buona volontà: credenti o non; che ascoltino o non ascoltino.

Salvatore Scaglia
Presidente dei Laici domenicani di Palermo

13 Settembre 2010 (pubblicato su Avvenire del 16-9-2010, p. 33)
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Sulla promozione INTEGRALE della persona umana

Le recentissime posizioni con cui i neo Presidenti del Piemonte e del Veneto, Cota e Zaia, intendono contrastare l'aborto, se in sè e per sè sono buone, stridono nettamente con il trattamento che gli stessi, assieme ad esponenti non solo della Lega Nord, riservano agli immigrati irregolari. Spesso questi - se li si incontra personalmente - sono poveri in fuga da guerre civili o da gravi disordini sociali; disperati che meritano accoglienza e non criminalizzazione. Come si può dunque attribuire dignità di vita umana - giustamente - all'embrione ed essere, nel contempo, draconiani, ormai anche mediante norme giuridiche, nei confronti di queste persone ?
"Ero forestiero e mi avete ospitato", recita il Vangelo di Matteo (25, 35). Ma anche l'Antico testamento è nutrito di passi come: "non maltratterai lo straniero e non lo opprimerai, perchè anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto" (Esodo 22, 21). Peraltro moltissimi italiani sono stati, e sono tuttora, emigranti. O si è cristiani sempre, quindi, o non lo si è mai, a meno di realizzare mere strumentalizzazioni politiche, che nulla hanno a che spartire con la vera Legge di Cristo.

2 Aprile 2010 - Passione del Signore

- Fra' Graziano Bruno o.f.m., Moderatore di Giustizia e Pace dei Frati minori per la Sicilia
- Francesco Lo Cascio, Movimento Internazionale per la Riconciliazione - Sicilia
- Salvatore Scaglia, Commissione nazionale domenicana di Giustizia e Pace
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NESSUNO, se non Dio Padre, CONOSCE il tempo del RITORNO DI CRISTO !

Si fanno sempre più consistenti, sui vari mezzi di comunicazione sociale, dicerie circa un imminente ritorno di Gesù. Ne può così derivare paura, rassegnazione, pessimismo cosmico, deresponsabilizzazione personale o consumazione edonistica dell'esistenza.
Tuttavia il VANGELO odierno (Domenica 15 Novembre 2009) fa piazza pulita dei FALSI PROFETI, che, ieri come oggi, pretendono di conoscere il momento della SECONDA VENUTA DI CRISTO (c.d. parusìa): "Gesù disse ai suoi discepoli: « In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. [...] Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre » " (Marco 13, 24-32, passim).

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IX GIORNATA per l'IMPEGNO e la SOLIDARIETA'

La Commissione nazionale di Giustizia, Pace e Creato della Famiglia domenicana organizza, a Bari, dal 27 al 29 Novembre 2009, la IX Giornata per l'impegno e la solidarietà, sul tema Legalità.

Qui il programma ed altri materiali su temi attuali di Giustizia e Pace: http://www.giustiziaepace.org/ .
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PREDICAZIONE. II d'Avvento. Commento alla Sacra Scrittura

5-12-2010 - II Domenica di Avvento - Anno A

Is 11,1-10; Rom 15,4-9; Mt 3,1-12

Omelia

Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse…

Un primo pensiero di questa seconda tappa di avvento può sorgere da questo sguardo ad un germoglio che trae vita da un tronco, un germoglio che indica una presenza e che è innestato in una storia di volti e nomi. E’ uno sguardo che si fissa non sulle grandi cose, su ciò che ha apparenza, ma sulla forza di un germoglio. Uno sguardo capace di fermarsi stupito a guardare dietro le cose, a scorgere dentro, a vedere oltre. Ci sono germogli che sfuggono alla nostra attenzione in tempi in cui ciò che attira gli sguardi deve essere mirabolante, deve avere caratteri di eccezionalità o di strapotere. I germogli da osservare nelle nostre giornate sono le presenze silenziose, le tracce di vita che recano in sé una forza nascosta eppure feconda. E’ necessario allora uno sguardo profetico. Solo il profeta, uomo dell’ascolto, uomo dell’essenzialità, sa scorgere con la libertà i segni della storia di Dio dentro le vicende umane, individua i germogli che rendono capaci di sognare e di rimanere aperti ad una promessa di vita che Dio vuole comunicare al mondo.

Chi guarda ai germogli si apre al futuro, scorge quanto è racchiuso e non è appariscente; legge una abbondanza di vita che ancora non c’è. Anzi forse tutto ciò che ha attorno dice il contrario. Lo sguardo ai germogli fa sognare la pace: “Il lupo dimorerà insieme con il capretto…”

“… la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare…”.

Sentiamo il bisogno attorno a noi di questo tipo di sguardo profetico e di divenire noi stessi persone che sappiano maturare, con fatica, nel tempo, un occhio capace di questa libertà, di saper distogliersi da un mondo di cose importanti e luccicanti per saper scorgere le vere luci della vita e della storia. E’ possibile forse nel deserto, laddove il panorama sono le stelle e non vi è il disturbo di tante luminarie. Così fu per Giovanni Battista “uomo buono” - così lo definisce appunto lo storico Giuseppe Flavio suo contemporaneo - del deserto.

Voce di uno grida nel deserto: Preparate la via del Signore.

C’è un centro nella vita e nel profilo esistenziale del Battista. E’ il suo essere rivolto ad un Altro. Il battista è un coraggioso testimone di una tensione che non si concentra su di sé, ma si apre verso. Per questo è uinicato da Gesù come grande profeta che chiama alla conversione, al rivolgersi verso…

Nemmeno lui sapeva con precisione verso che cosa: un tempo nuovo, un irrompere di un intervento divino. Forse non si soffermava sull’attesa di qualcuno perché la sua fede andava oltre, era centrata sull’attesa di Dio. Dal carcere manderà dei messaggeri a chiedere a Gesù: se tu colui che deve venire o dobbiamo attendere un altro? E sarà rimandato a scorgere i piccoli segni, i germogli del regno che ha avuto inizio: i ciechi vedono, i sordi odono, gli zoppi camminano, ai poveri è annunciata la bella notizia. Giovanni rappresenta per tutti noi la provocazione vivente all’apertura verso un altro. Per questo è uomo del deserto: libero dalle tante fascinazioni del potere, anche di quello religioso che ruotava attorno al tempio. Libero da tutto ciò che fa centrare le persone su se stesse, alla ricerca di una propria affermazione sopra gli altri, senza gli altri. Giovanni è testimone dell’esse ad… dell’essere rivolto verso l’Altro. E verso un Altro o un altrove che ha i caratteri di una presenza di Dio come il grande altro, la grande sfida dell’altro nella nostra vita. Questa tensione all’altro lo fa essere il profeta della chiamata a conversione: un movimento che tocca il modo di pensare Dio, di guardare il mondo… invita ad un modo diverso di vedere e scoprire i germogli di un tempo nuovo…

Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi per la gloria di Dio.

In tempi in cui è difficile riconoscere la dignità del volto dell’altro questo invito semplice diretto, sibillino, di Paolo, può essere bussola nei nostri giorni. Nell’accogliere gli altri si tiene viva la speranza. Nell’accogliere gli altri si accoglie una traccia del comunicarsi di un Dio che va in cerca di tutti e di ognuno, che non fa distinzione, che veramente sta oltre i nostri continui tentativi di esclusione sulla base di criteri di tipo diverso: razziale, sociale, ideologico, religioso.

Se veramente questo avvento fosse occasione propizia per lasciarsi accogliere da Cristo Gesù che viene e da lui, e solo da lui scoprire la gioia dell’accoglienza…

Dalla Parola alla preghiera

Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte. Donaci Signore di aprire il nostro cuore alla possibilità di vivere rapporti giusti, di attuare percorsi di pace nella nostra storia e di cercare di attuarli nella nostra vita…

Il Dio della speranza e della consolazione vi conceda di avere gli stessi sentimenti sull’esempio di Cristo Gesù. Donaci Signore di coltivare nel nostro cuore i sentimenti di Gesù nelle nostre scelte e nelle situazioni di tutti i giorni…

… perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Rendici la gioia di scoprire Signore che la nostra vita può essere un’espressione di lode a Dio, in tutto quello che facciamo, una lode da vivere insieme a tutte le voci di coloro che cercano il tuo volto di Padre…

Uno spunto da…

“Io non so fare niente di così eccezionale / E a sentire la gente non è mica normale, / Specie di questi tempi che perfino i bebé / Sono tutti talenti, tutti beh … tranne me! / Io non amo indossare calzamaglia e tutù. / Io non so gorgheggiare tanto meno in tivù! / Ma sono bravissimissimissimissima / a mettere i giocattoli in disordine, / a pettinare le mie bambole, / a spazzolare il dolce con le fragole” (http://wikitesti.com/index.php/Bravissimissima). cfr. anche: http://www.youtube.com/watch?v=FtRF5Vp_RKk

Una delle canzoni dell’edizione Zecchino d’oro 2010, cantata da Margherita Rivoire di 5 anni, parla di una bambina che a differenza di tutti gli altri bambini oggi, non è una superdotata. In un tempo in cui i bambini sin dai primi anni sono (o sono forzati ad essere) talenti unici, manifestano doti sorprendenti, la bimba della canzone non fa cose eccezionali, ma sa fare bene solamente quello che è proprio dei bambini: sa mettere in disordine i giocattoli, sa pettinare le bambole, sa … E ripete le cose di cui solo è capace e in cui è proprio brava:

“Sono bravissimissimissimissima a fare mille bolle di sapone, / ad infilare collanine, esplodere un pallone con il chewing-gum”.

Una bambina che non è una rarità eccezionale ma bravissima sì, superlativamente brava nella semplicità delle cose proprie di una bambina “a fare quello che fa una bambina”. Bravissima come tutti gli altri nelle cose più semplici. Senza primeggiare in cose straordinarie e senza meraviglie.

E’ un richiamo allo sguardo del profeta che sa scorgere i germogli. “Non ha apparenza né bellezza da attirare il nostro sguardo… “. E’ il modo di far proprio lo stile di Dio che non guarda all’apparenza, ma guarda al cuore, che sceglie ciò che agli occhi umani è senza capacità e senza appariscenza per portare avanti il suo disegno di salvezza. E legge nella semplicità dei cuori quello che è invisibile ad un sguardo che si ferma all’esteriorità. E’ invito a maturare uno sguardo che torni a guardare ogni persona nell’eccezionalità delle cose piccole, della sua povertà e dei suoi limiti, e che sappia scorgere non solo i talenti ma le capacità e i doni che ognuno reca in sé.

Dalla Parola alla vita

“Il lupo dimorerà accanto all’agnello”. Il sogno di un mondo in cui regna la pace non è solamente una u-topia, un non-luogo di un mondo altro e diverso da quello in cui ci troviamo a vivere, motivo che spingerebbe alla fuga religiosa, al sogno disincarnato e al disimpegno nelle scende storiche. Piuttosto è sogno sì, ma che può essere letto come dono e promessa affidati alla nostra libertà. Utopia certamente, ma forse da leggere come il buon luogo, il luogo bello (eu-topia) in cui scoprirsi chiamati a costruire una relazione nuova con gli altri, in percorsi che ci coinvolgono nella costruzione della città dell’uomo. E’ progetto di vita di una umanità che accolga il dono dell’immagine di Dio e cammini verso la somiglianza di essere come Dio, il Dio che non si pone di fronte a nemici, ma che ha spezzato la logica del male e della violenza. Raniero La Valle ha riflettuto su questi temi nel libro Paradiso e libertà (ed. Ponte alle Grazie 2010) e sintetizza alcune sue intuizioni in un recente articolo:

“la violenza umana è una scelta degli uomini e delle donne. Non necessaria, non obbligata. Per questo è libera. E frutto di libertà è la nonviolenza, che non è l’applicazione della legge del fariseo, ma la sempre rinnovata scelta di essere “come Dio” (è lui che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, è lui colui nel quale non c’è nemico, è lui che rifiutando la reciprocità – anche quella di peccato- vendetta – rompe la spirale della violenza, la fatalità del contrappasso).

Allora l’antitesi violenza-nonviolenza va riportata all’ultima radice antropologica, che non è il peccato, ma è l’ “imago Dei”. L’uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio. L’immagine, come sappiamo dopo San Bernardo, non sta nella ragione, ma sta nella libertà. Perciò la libertà non si perde mai, “permane”, anche se se ne abusa, anche se ci si allontana dalla verità. E la libertà è anchelibertà di peccare, è libertà di fare violenza, ciò che vuol dire restare nell’immagine, ma perdere del tutto la somiglianza. La nonviolenza invece sta nella somiglianza, è per somigliare a Dio, non violento (“fate come...”) che a mio parere, per un cristiano, per un uomo, sta la vera ragione della nonviolenza.

Ma rassomigliare a Dio non vuol dire ricavarne degli assoluti. A Dio si assomiglia stando nella storia, assumendo fino in fondo l’umano, affrontando il rovello del dubbio, facendo della nonviolenza, per amore, una scelta sempre rimotivata di libertà”. (R. La Valle, La nonviolenza negli anni violenti: libera scelta individuale od obbligo di ogni credente? in “Domani”, 29 novembre 2010;

consultabile in http://domani.arcoiris.tv/la-nonviolenza-negli-anni-violenti-libera-scelta-individuale-od-obbligo-di-ogni-credente/?sms_ss=email&at_xt=4cf4c74da4cc0de0,0).

Alessandro Cortesi op

I DOMENICANI del Meridione E LE SFIDE di oggi (Giustizia e Pace)

Al link sotto indicato si può trovare il recente comunicato di Giustizia e Pace, formulato dai Frati Domenicani del Meridione d'Italia sulle urgenze del nostro Paese.

Palermo, 10 Agosto 2009

http://groups.google.it/group/giustizia-pace-integrita-del-creato/browse_thread/thread/983c4859fa3e215b?hl=it
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IL POVERO NON E' UN CRIMINALE

Leggi qui http://www.giustiziaepace.it/index.php?option=com_content&view=article&id=63:il-povero-non-e-un-criminale&catid=9:relazioni-interne&Itemid=4 il comunicato che
, quali cittadini e cristiani,
abbiamo emesso in relazione a talune norme del disegno di legge c.d. sulla sicurezza, da poco approvato dal Senato della Repubblica.

Palermo, 7 Febbraio 2009

- Fra' Graziano Bruno o.f.m. , Moderatore di Giustizia e Pace per la Sicilia dei Frati Minori
- Francesco Lo Cascio, Movimento Internazionale per la Riconciliazione
- Salvatore Scaglia
, componente della Commissione nazionale di Giustizia e Pace della Famiglia Domenicana

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PETIZIONE contro la PEDOFILIA

Già i Romani avvertivano che "debetur puero maxima reverentia". Gesù Cristo, poi, è perentorio: "chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli [...], meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare" (Matteo 18, 6).

Firmiamo dunque in massa la petizione internazionale contro la pedofilia (sul sito sotto indicato), promossa dall'associazione Meter di Fortunato Di Noto, sacerdote di Avola (SR), da anni impegnato sul fronte della tutela dei bambini.

http://www.associazionemeter.org/index.php?option=com_content&task=view&id=63&Itemid=68

Palermo, 28 Settembre 2008
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La chiesa di san Domenico a Palermo (pantheon dei siciliani illustri): nell'annesso convento - sul retro - si incontra la F.L.S.D.

L'obelisco dell'Immacolata, davanti alla chiesa, e il simulacro della Madonna del Rosario, all'interno, attribuito a Girolamo Bagnasco (prima metà XIX sec.)

Laici domenicani di Palermo e Catania a Caltanissetta, con la calotta cranica di San Domenico, nel Maggio 2009

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