> CHI SIAMO

I Laici domenicani di Palermo costituiscono una Fraternita laica (di San Domenico; abbreviato: F.L.S.D.). Sono l'ex "Terz'Ordine", espressione e articolazione del più ampio Laicato domenicano, quale condizione del fedele cattolico impegnato a vivere, nel mondo (ossia non da ministro ordinato o soggetto di vita consacrata), il carisma di san Domenico di Caleruega - Spagna - (1170-1221; nell'immagine sopra, a sinistra, mentre adora la Croce - Beato Angelico, particolare, Firenze, museo di San Marco): preghiera, studio e predicazione.

La Fraternita palermitana si riunisce di norma due volte al mese (il 1° e il 3° Lunedì alle ore 21) presso il convento dei Padri domenicani, sito in via Bambinai n. 18 - c.a.p. 90133 - (dalla via Roma, zona Poste centrali; dal lungomare, rione San Pietro).

Scopo delle adunate è l'incontro fraterno unito alla preghiera e alla meditazione della Parola di Dio, in funzione della predicazione: sia dei singoli sia del gruppo. Si punta così a formare dei laici adulti, capaci di permeare le realtà secolari con lo spirito cristiano (cf. , nel Concilio ecumenico Vaticano II, Lumen gentium, n. 31) secondo l'ideale domenicano.

Una sottolineatura è data anche alle tematiche attuali di Giustizia e Pace (cf. Costituzione fondamentale del laicato domenicano, n. 6), nella memoria operativa dei tanti che - nell'Ordine domenicano - si sono battuti per un mondo migliore, in cui la tranquillità universale (pace) non sia frutto di armistizi o silenzio delle armi, ma piuttosto del "dare continuamente a ciascuno il suo" diritto (giustizia).
D'altro canto chi ama veramente Cristo è chiamato a servirlo nei fratelli (cf. Matteo 25).

> L'IDENTITA' E LA STORIA

Il Laicato domenicano nasce in stretto collegamento con l'Ordine dei Predicatori (approvato da papa Onorio II nel 1217). Infatti, già agli albori della sua attività apostolica, a san Domenico (+ 1221) si uniscono dei laici (ossia delle persone che non sono nè chierici nè frati), che, come "famuli" o "donati", adempiono delle funzioni materiali, cioè di supporto a quelle dei frati. Così, un po' dappertutto, accanto ai conventi sorgono delle confraternite, rette da statuti peculiari e costituenti delle vere e proprie scuole di fede, preghiera e vita cristiana secondo lo spirito del fondatore. S'impone, dunque, la necessità di dare a tutte queste confraternite una regola generale. Ciò accade nel 1285 con il Maestro generale Munio di Zamora, che promulga la "Regola dei fratelli e delle sorelle dell'Ordine della Penitenza di S. Domenico, fondatore e padre dei Frati Predicatori". Esordisce, in questo modo e formalmente, il Laicato domenicano, che più tardi (secolo XV) assumerà il nome di "Terz'Ordine", a significare, appunto, la sua presenza dopo i Frati e le Monache. Secondo la Regola zamorana il candidato, "come figlio prediletto di S. Domenico nel Signore", dovrà essere "emulatore e ardente zelatore, secondo il proprio stato, della Verità della fede cattolica" (cf. Regola citata, n. 1). I laici domenicani, quindi, operano fin dall'inizio al servizio della Verità, che contemplano e annunciano agli altri (il loro scopo è "contemplari et contemplata aliis tradere", per dirla con san Tommaso d'Aquino). Contemplano, cioè, il Vangelo di Cristo con la preghiera e lo studio, e, senza estraniarsi completamente dal mondo (da "single" o sposati e nelle più varie occupazioni lavorative), si santificano e santificano il mondo, informandosi al carisma di Domenico (cf. Costituzione fondamentale, n. 2) e seguendo l'esempio di Caterina da Siena, patrona dei laici domenicani (cf. Costituzione cit. , n. 5). In quanto titolari di questo gravoso, ma suggestivo mandato, i laici di Domenico sono parte, a pieno titolo, della più ampia "Famiglia domenicana" (felice denominazione che, per decisione del Capitolo generale di Madonna dell'Arco (NA) - 1974 -, sostituisce quelle obsolete di "Primo, Secondo e Terzo Ordine").

> LA SPIRITUALITA'

L'attività dei laici di san Domenico è particolarmente importante per la Chiesa. Infatti, dopo il Concilio ecumenico Vaticano II (1962-65), il laicato, come condizione di qualsiasi battezzato (che non sia ordinato nè religioso), viene riscoperto per la sua essenziale funzione di ordinazione a Dio delle realtà temporali (cf. la menzionata Lumen gentium, n. 31). I laici domenicani, tuttavia, hanno una tensione tutta speciale, sia per la loro vita spirituale (individuale e comunitaria), sia per il servizio a Dio e al prossimo, che, come detto, si sostanzia nella competente e coerente testimonianza della Verità di Cristo. Per il laico di Domenico, insomma, la più alta forma di carità consiste proprio nel "portare l'altro dalle tenebre dell'ignoranza alla luce della conoscenza" (Tommaso d'Aquino). A questo fine, i laici si incontrano periodicamente nella sede della Fraternita per esercitare un sano e caldo amore fraterno, ma anche per formarsi in dottrina (con l'esame della Scrittura e del Magistero ecclesiale), per pregare nonchè per organizzare la predicazione e le altre azioni caritative proprie dello spirito di Domenico (cf. nuovo Direttorio nazionale, nn. 18 e 24). Insieme costituiscono un'associazione di fedeli (Fraternita), "i cui membri conducono una vita apostolica e tendono alla perfezione cristiana partecipando nel mondo al carisma" domenicano, "sotto l'alta direzione" dell'Ordine (cf. Codice di Diritto canonico, can. 303).

> I MAGGIORI LAICI DOMENICANI

Foltissima è la schiera dei laici domenicani, che hanno fatto la storia della Chiesa e della Società civile. I più noti sono certamente la nominata Caterina (+ 1380), patrona dei laici predicatori, dottore della Chiesa ed ispiratrice del ritorno del Papa a Roma dalla "cattività avignonese"; santa Rosa da Lima (+1617), patrona dell'America latina; i beati Pier Giorgio Frassati (+1925) e Bartolo Longo (+ 1926), istitutore del santuario mariano di Pompei; Giovanni Acquaderni (+ 1922), fondatore dell'Azione cattolica italiana; Titina De Filippo (+ 1963), attrice; Giorgio La Pira (+1977), politico; Aldo Moro (+ 1978), statista; i futuri papi Benedetto XV (+ 1922) e Pio XII (+ 1958); don Luigi Sturzo (+ 1950), creatore del Partito popolare; nonchè don Giacomo Alberione (+ 1971), fondatore della Famiglia paolina.
Su La Pira e Sturzo sono stati recentemente aperti, a Firenze e a Roma, processi diocesani super virtutibus.
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Benedetto XVI RINUNCIA al mandato petrino

Benedetto XVI RINUNCIA al mandato petrino
Permanere "usque ad mortem" sul Soglio pontificio può essere una sorta di martirio (come dimostra la recente testimonianza di Giovanni Paolo II). Tuttavia, secondo il tradizionale insegnamento della Chiesa, non tutti sono chiamati al martirio e dunque non si può censurare (del resto non lo fa nemmeno la legge canonica, che prevede e disciplina la rinuncia al mandato petrino !) il Papa che, responsabilmente e coscientemente davanti a Dio (come ha dichiarato Benedetto XVI), si dimette.
VIVA BENEDETTO XVI, Papa dotto, mite e capace di atti importantissimi (tra cui l'aver dato norme severe contro la pedofilia e il riciclaggio del denaro, in cui era coinvolto lo IOR).
Ma VIVA SOPRATTUTTO LA CHIESA CATTOLICA, nella quale PERMANENTE non è la figura dell'uomo, persino il santo, che rimane ministro (ossia servitore), ma di GESU' CRISTO NOSTRO SIGNORE, che l'ha fondata e la continua a governare fino alla fine dei tempi.
Perchè SU DI ESSA, come promesso dallo stesso Signore, LE PORTE DEGLI INFERI "NON PRAEVALEBUNT" !
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Sulla manovra economica, DALLA PARTE DEGLI ULTIMI

La manovra economica in discussione alla Camera colpisce, non per la prima volta, le famiglie e le persone più deboli.

In un contesto economico-sociale assai critico - in cui la famiglia è obbiettivamente alla base del welfare italiano, tamponando le insufficienze delle istituzioni pubbliche, centrali e locali, circa i giovani disoccupati, gli anziani e gli ammalati - ci indignano i tagli lineari delle agevolazioni fiscali, seppur per il 2013-2014, riguardanti persino i figli a carico e le spese sanitarie. Ma anche la stabilizzazione, per l’immediato, degli aumenti provvisori delle accise sui carburanti, che porta complessivamente le tasse sul carburante al livello più alto dal 1995, è una ver’e propria stangata per consumatori e imprese.

Ci appare, peraltro, paradossale che chi ha chiesto ed ottenuto il consenso elettorale promettendo « meno tasse per tutti » oggi non riesca a calibrare diversamente questa manovra, pur indispensabile per la tenuta dei conti italiani secondo i parametri dell’Unione europea.

Se, quindi, come ha dichiarato in queste ore lo stesso Ministro dell’economia, « la salvezza arriva dalla politica » e « la politica non può fare errori », auspichiamo una modifica sostanziale, se non sui numeri, sui primi destinatari della manovra stessa, che rischia di impoverire ulteriormente il c.d. ceto medio, dando l’impressione di risparmiare i ricchi di un Paese, in cui il 10% delle famiglie possiede il 44% della ricchezza nazionale.

Pertanto, si attivino specialmente quanti in Parlamento si dicono credenti, ricordando che per « l'oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, io sorgerò - dice il Signore - » e « metterò in salvo chi è disprezzato » (Salmo 11, 6).

Commissione Nazionale della Famiglia Domenicana Giustizia Pace e Creato

Roma, 15-7-2011

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X GIORNATA per l'IMPEGNO e la SOLIDARIETA'

La Commissione nazionale di Giustizia, Pace e Creato della Famiglia domenicana ha organizzato, a Bergamo, il 27 Novembre 2010, la X Giornata per l'impegno e la solidarietà, sul tema Per un'economia centrata sulla vita. Morti bianche, conti in rosso. I colori della crisi economica nel mondo del lavoro.

Qui il programma ed altri materiali su temi attuali di Giustizia e Pace:


A questo link, invece, qualche foto dell'evento:


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APPELLO al Papa per Padre Pino PUGLISI MARTIRE

Clicca qui sotto per firmare, eventualmente indicando una motivazione e l'associazione di appartenenza:

http://diamounsegno.wordpress.com/2010/09/25/don_pino_puglisi_martire/comment-page-1/#comments
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A Palermo dalla parte di lavavetri e senzatetto

E' appena entrata in vigore un'ordinanza del Sindaco di Palermo che prevede un'aspra sanzione pecuniaria, tra l'altro, nei confronti dei lavavetri ai semafori delle strade e di persone senza fissa dimora sorprese a bivaccare (sic). Il provvedimento ritiene che le loro attività creino problemi di ordine pubblico: l'intento è dunque quello - ha dichiarato il Sindaco - di "migliorare la qualità della vita dei cittadini", rispondendo "anche ad un sentire comune".

Tuttavia è paradossale che, in una città in cui la violazione delle regole è all'ordine del giorno, si chiamino a rispondere di comportamenti illeciti i poveri, quali sono le persone umane che chiedono qualche centesimo agli incroci o, in mancanza di un'abitazione, si sistemano a dormire tra improvvisati cartoni e coperte. In un momento in cui, secondo i dati Istat, la disoccupazione dilaga e si allargano le aree di povertà nella città, questa misura è davvero sorprendente, anche perchè rischia di consegnare uomini e donne che vivono di espedienti alla commissione di veri e propri reati, se non alla mercè della criminalità organizzata.

La decisione, in ogni caso, non risponde affatto al nostro sentire di cittadini e di cristiani, che anzi affermano con forza come una vita migliore per Palermo sarebbe, non già quella in cui gli indigenti siano resi invisibili, togliendo dagli occhi di chiunque lo scandalo della miseria, bensì quella intessuta di attenzione, da parte di ciascuno, ai bisogni degli ultimi, in nome di una reale solidarietà e giustizia.


Palermo, 24 Settembre 2010 (pubblicato su La Sicilia - Palermo del 5-10-2010, p. 33)



Fra' Graziano Bruno o.f.m., Giustizia Pace Integrità del creato - Sicilia

Fra' Giovanni Calcara o.p., Commissione nazionale di Giustizia e Pace della Famiglia domenicana

Francesco Lo Cascio, Movimento Internazionale per la Riconciliazione

Salvatore Scaglia, Commissione nazionale di Giustizia e Pace della Famiglia domenicana

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Il Papa a Palermo e le polemiche

In questi giorni abbondano le polemiche circa le spese relative alla visita di Benedetto XVI a Palermo, prevista per i primi di Ottobre.
Polemiche - al di là del loro fondamento - sovente strumentali perchè agitate, per fastidio preconcetto, contro la Chiesa cattolica. Ma, rispetto alle quali, persino qualche autorevole replica non è stata del tutto felice, avendo fatto un riferimento - generale - a cene di magistrati sotto scorta, in una città che ha visto letteralmente dilaniati diversi operatori di giustizia con le loro tutele e in cui diversi continuano a rischiare davvero le loro vite.
In questo contesto di sterili contrapposizioni, io scelgo una parte sicura: quella del Vangelo: ‎"Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" " (Matteo 16, 16-18).
E' dunque la fede ("nè la carne nè il sangue") a far credere in Cristo-Salvatore e dunque nella Chiesa, ossia l'assemblea dei fedeli, da Lui fondata.
Ma sto anche con la Costituzione. Dovrebbe essere quindi espressione di autentica laicità (intesa come pluralismo confessionale e culturale, per dirla con le sentenze della Corte costituzionale), visto che questa terra è di tutti, consentire ai molti credenti - che accorreranno a Palermo non solo dalla provincia - di ascoltare le parole del Successore di Pietro.
Il quale peraltro, quando parla dell'uomo, che dovrebbe stare a cuore a tutti quanti, si rivolge a tutti gli uomini di buona volontà: credenti o non; che ascoltino o non ascoltino.

Salvatore Scaglia
Presidente dei Laici domenicani di Palermo

13 Settembre 2010 (pubblicato su Avvenire del 16-9-2010, p. 33)
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Sulla promozione INTEGRALE della persona umana

Le recentissime posizioni con cui i neo Presidenti del Piemonte e del Veneto, Cota e Zaia, intendono contrastare l'aborto, se in sè e per sè sono buone, stridono nettamente con il trattamento che gli stessi, assieme ad esponenti non solo della Lega Nord, riservano agli immigrati irregolari. Spesso questi - se li si incontra personalmente - sono poveri in fuga da guerre civili o da gravi disordini sociali; disperati che meritano accoglienza e non criminalizzazione. Come si può dunque attribuire dignità di vita umana - giustamente - all'embrione ed essere, nel contempo, draconiani, ormai anche mediante norme giuridiche, nei confronti di queste persone ?
"Ero forestiero e mi avete ospitato", recita il Vangelo di Matteo (25, 35). Ma anche l'Antico testamento è nutrito di passi come: "non maltratterai lo straniero e non lo opprimerai, perchè anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto" (Esodo 22, 21). Peraltro moltissimi italiani sono stati, e sono tuttora, emigranti. O si è cristiani sempre, quindi, o non lo si è mai, a meno di realizzare mere strumentalizzazioni politiche, che nulla hanno a che spartire con la vera Legge di Cristo.

2 Aprile 2010 - Passione del Signore

- Fra' Graziano Bruno o.f.m., Moderatore di Giustizia e Pace dei Frati minori per la Sicilia
- Francesco Lo Cascio, Movimento Internazionale per la Riconciliazione - Sicilia
- Salvatore Scaglia, Commissione nazionale domenicana di Giustizia e Pace
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NESSUNO, se non Dio Padre, CONOSCE il tempo del RITORNO DI CRISTO !

Si fanno sempre più consistenti, sui vari mezzi di comunicazione sociale, dicerie circa un imminente ritorno di Gesù. Ne può così derivare paura, rassegnazione, pessimismo cosmico, deresponsabilizzazione personale o consumazione edonistica dell'esistenza.
Tuttavia il VANGELO odierno (Domenica 15 Novembre 2009) fa piazza pulita dei FALSI PROFETI, che, ieri come oggi, pretendono di conoscere il momento della SECONDA VENUTA DI CRISTO (c.d. parusìa): "Gesù disse ai suoi discepoli: « In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. [...] Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre » " (Marco 13, 24-32, passim).

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IX GIORNATA per l'IMPEGNO e la SOLIDARIETA'

La Commissione nazionale di Giustizia, Pace e Creato della Famiglia domenicana organizza, a Bari, dal 27 al 29 Novembre 2009, la IX Giornata per l'impegno e la solidarietà, sul tema Legalità.

Qui il programma ed altri materiali su temi attuali di Giustizia e Pace: http://www.giustiziaepace.org/ .
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PREDICAZIONE. 7-11-10. Commento alla Sacra Scrittura

7-11-2010 - XXXII Domenica del tempo ordinario - Anno C

2Mac 7,1-14; 2Tess 2,16-3,5; Lc 20,27-38

Omelia

“giunto all’ultimo respiro, disse: ‘Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna’”

La Bibbia è testimonianza di un cammino: storia di alleanza ma anche percorso di crescita e di apertura a nuove dimensioni della fede nel Dio dell’esodo. L’orizzonte della risurrezione – il rialzarsi alla vita dopo la morte - solamente poco alla volta si affaccia alla coscienza credente nel Primo Testamento. Una grande metafora che indica il ‘rialzarsi’ è la visione di Ezechiele che presenta la grandiosa scena di una pianura occupata da ossa inaridite, ma queste ossa toccate dallo spirito che emana dalla forza della profezia si ricongiungono, tornano a formare corpi, danno vita ad un popolo che riprende a vivere (Ez 37). E’ una grande metafora per indicare il rialzarsi del popolo d’Israele dopo la tragica esperienza dell’esilio. Il Dio vivente fa rialzare il suo popolo dopo la morte della dispersione e della deportazione. Tale grande metafora un po’ alla volta diviene il riferimento per l’aprirsi di un orizzonte nuovo: la consapevolezza di fede che la morte non può essere l’ultima parola. Dio rimane fedele anche nella morte e oltre la morte verso coloro che si sono affidati a lui. E’ la grande speranza presente in alcuni salmi: “non lascerai che il tuo giusto veda la corruzione… mi insegnerai la via della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine accanto a te” (Sal 16,10-11).

Nel II° secolo a.C. al tempo della persecuzione di Antioco assume particolare rilevanza l'esperienza della morte, in particolare la morte di 'giusti', che giungono a subire la morte per la loro resistenza al potente, pur di rimanere fedeli alla volontà di Dio manifestata nella legge. Tale testimonianza dei martiri, induce a maturare il senso di una apertura della vita stessa nel rapporto con Dio fedele che non può venir meno alle sue promesse di salvezza verso i suoi fedeli.

Così nelle parole di uno dei fratelli Maccabei sotto tortura è espressa tale coscienza che contrappone al potere dell'imperatore di turno - il 'signore' che pretende di avere il dominio sui corpi e sulle esistenze - l'unica signoria di colui che ha potere sulla vita in quanto ne è grembo e patria: "Tu o scellerato, ci elimini, dalla vita presente, ma il re del mondo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna". Ed un altro dei fratelli diceva: "E' bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l'adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te la risurrezione non sarà per la vita".

Ciò che rende forti i martiri di fronte alla persecuzione è la speranza nell'adempimento delle promesse di Dio. La loro fede si connota come contestazione al potere che pretende di piegare a sé la vita e si esprime come fiducia incondizionata di una vita oltre la morte.

“lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene”.

La seconda lettera ai Tessalonicesi, testo della tradizione paolina segnato dalla preoccupazione per le 'cose ultime' esprime la convinzione delle prime comunità che l'attesa del Signore e la fede nella risurrezione appartiene al cuore del messaggio cristiano. Il riferimento agli ultimi tempi offre una luce per poter vivere l'esperienza del presente e nutre l'attesa, attitudine fondamentale del cristiano che vive nella tensione al ritorno del Risorto. Da un lato c’è la fiduciosa attesa della venuta finale di Cristo, la parusia. Dall’altro la lettera parla di un elemento inquietante il 'mistero dell'iniquità': esso è attivo nella storia ma non ha ancora raggiunto la sua manifestazione piena. E’ questo un modo per esprimere la dinamica del peccato come rifiuto di Dio e idolatria: un mistero di egoismo, di superbia, di dominio. Dio, il Padre che ha risuscitato Gesù dando la sua conferma definiva di vita ad una esistenza vissuta nell’amore totale, è radicalmente opposto al male. Il male sarà definitivamente sconfitto e la risurrezione è l’evento che ha segnato tutta la storia. Ma ciò avverrà non per opera umana ma per un intervento di Dio che tiene in mano la storia. Lui solo potrà 'con un soffio della sua bocca' annientare il male. Da qui e da qui solo può sgorgare, nonostante l’esperienza del male che segna l’esistenza, una serena certezza nella vita dei credenti: il Signore Gesù e il Padre ci ha amato (al singolare) e ci ha dato 'una consolazione incrollabile ed una buona speranza'. La consolazione che deriva dall’esperienza dell’essere amati è a sua volta radice della fede nella risurrezione ed è motivo per volgersi a Dio che è fedele: La fede (pìstis), come fiducia e affidamento della vita, trova la sua stabilità in Dio che è fedele (pistòs).

“Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui”

Luca presenta un dibattito tra Gesù e i sadducei, gruppo giudaico legato che rappresentava la classe sacerdotale, legato al culto, al tempio. Essi riconoscevano solamente la Torah e, basandosi solo su questi testi, non ammettevano la possibilità di una risurrezione. Il caso presentato a Gesù è un caso di scuola, atto a mettere in luce la contraddizione tra il pensiero di una vita oltre la morte e alcune reali condizioni dell'esistenza: è il caso della moglie che ha avuto sette mariti. Di chi sarà moglie nella risurrezione?

La risposta di Gesù è caratterizzata dal suo aprire ad orizzonti che stanno oltre le piccole dispute di una teologia che intende racchiudere Dio nelle logiche e nelle architetture umane. Pone in luce due elementi fondamentali del suo sguardo alle cose e alla vita: critica innanzitutto la prospettiva dei suoi interlocutori e sposta il problema. Se la questione è quella di pensare la risurrezione come un prolungamento della vita terrena, non sta qui la questione. Potremmo dire che prende le distanze da una teologia fatta di elucubrazioni che non vanno al cuore della fede. La risurrezione è una condizione diversa, con i caratteri della novità rispetto alla esperienza della vita terrena. E’ esperienza di una comunione con il Dio fedele che si apre ad un dono che solo da Dio proviene. In secondo luogo Gesù afferma l'esistenza di un pensiero alla risurrezione in tutta la Bibbia, a partire da Mosè: va così all'essenziale ma anche al cuore vitale della Bibbia. L'orizzonte di fondo è quello che pone Dio al centro, che si lascia interrogare dal Dio che si comunica. Nel roveto ardente Mosè si rivolge al Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, Dio dei viventi, Dio dell'amore, non dei morti. Tutta la Scrittura è allora comunicazione di un incontro con un Dio che si relaziona come un vivente al suo popolo e a tutta l'umanità. Gesù conferma questo fondamento della fede ebraica e ne indica la profondità. Sarà l'incontro con lui dopo la sua morte sulla croce ad aprire ai discepoli il senso profondo di tale speranza.

Allora non si tratta di pensare ad una vita oltre la morte in termini solamente spiritualizzati. Gesù annuncia che tutto sarà ricuperato, che nulla andrà perduto. Rifiuta la provocazione dei sadducei ma rinvia ad una dimensione nuova in cui tutto ciò che appartiene alla vita troverà pienezza, compimento trasformazione: nulla andrà perduto di ciò che costituisce la nostra vita umana, la corporeità, gli affetti i legami. ma tutto sarà nuovo, sarà in una dimensione di incontro non dicibile e che apre allo stupore.

Dalla parola alla preghiera

Aprici Signore alla fede nella risurrezione come incontro con il Dio fedele che prende su di sé tutta la nostra storia…

Apri i nostri cuori Signore ad accogliere la consolazione e la sicura speranza che ci viene dal Padre nostro che ci ha amati…

Ti preghiamo Signore di renderci aperti al dono della via eterna che inizia sin dal nostro presente in rapporti nuovi di fiducia in Dio e di apertura agli altri ed alla speranza nel Dio dei viventi…

Rendici attenti alla vita in tutti i suoi aspetti e manifestazioni: la vita dei piccoli e di chi è indifeso, la vita minacciata di chi è senza lavoro, la vita disprezzata di chi è utilizzato come oggetto dai potenti, la vita emarginata di chi straniero è respinto, la vita dimenticata di chi non più efficiente ha bisogno di cure…

Uno spunto da…

In Germania le chiese cattolica e protestanti insieme, nei loro vertici istituzionali (card. Karl Lehmann, Presidente della Conferenza episcopale tedesca, cattolico, e Manfred Kock, presidente delle Chiese Evangeliche in Germania) nel 2003 hanno pubblicato un documento che attuava una revisione di un documento precedente del 1999, dal titolo Disposizioni sanitarie del paziente cristiano. In esso tra altre cose si dice:

“Le vostre Chiese offrono a voi, loro membri, e a tutti coloro che sono attivi nel campo della sanità, un’assistenza pastorale. Questo vale in modo particolare per decisioni gravi sul finire della vita. Nulla deve rimanere intentato per rendere possibili alle persone una vita in pace, dignità e autodeterminazione fino al giungere della morte”.

E’ poi proposto un formulario con l’invito ad esprimere le disposizioni assistenziali-sanitarie del paziente cristiano:

“Per il caso in cui io non possa dare forma o esternare la mia volontà, dispongo quanto segue:

Non mi possono essere messe in atto misure intese a prolungare la vita se viene constatato, secondo scienza e coscienza medica, che ogni provvedimento per il prolungamento della mia vita è privo di prospettiva di miglioramento clinico e solamente ritarderebbe la mia morte.

In questo caso assistenza e trattamenti medici, come anche cure premurose, devono essere diretti al lenimento delle conseguenze del male, come p. es. dolori, agitazione, ansia, insufficienza respiratoria o nausea, anche se la necessaria terapia del dolore non esclude un accorciamento della vita.

Io voglio morire con dignità e in pace, per quanto possibile vicino e a contatto dei miei congiunti e delle persone che mi sono prossime e nel mio ambiente familiare.

Desidero assistenza spirituale. La mia confessione è …..”

Segue poi la parte nella quale il firmatario indica la persona di fiducia alla quale attribuisce la procura.

Il documento esclude l'eutanasia attiva come non compatibile con la concezione cristiana della vita, ma afferma che l'eutanasia passiva "punta a un dignitoso lasciar morire, nello specifico non proseguendo o non iniziando nemmeno un trattamento volto al prolungamento della vita", ad es. l'alimentazione artificiale, la respirazione artificiale o la dialisi, la somministrazione di farmaci come ad esempio antibiotici, nel caso di malati inguaribili e terminali. Per la Conferenza episcopale tedesca e per la Evangelische Kirche in Deutschland l'eutanasia passiva presuppone il consenso del morente ed è "giuridicamente ed eticamente ammissibile". In Germania nel 2009 è stata approvata una legge sul testamento biologico.

Così commenta questo testo don Roberto Fiorini, che da anni assiste il padre con sondino in permanenza: “Questa posizione non è una stranezza tedesca, ma è in linea con quanto il Catechismo della chiesa cattolica afferma al paragrafo 2278, dove, a proposito dell’interruzione di procedure mediche si afferma: “Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente”. Proprio perché il baricentro della decisione riposa sul singolo paziente, naturalmente in alleanza con le competenze mediche, è ovvio che da situazioni analoghe possano scaturire opzioni diverse.” (Micromega, 10 marzo 2009).

Il sottile confine tra vita e morte diviene oggi anche frontiera per aprire domande profonde sul senso di una testimonianza che riguarda la fedeltà ricevuta come dono dal Dio vivente e nello stesso tempo la fiducia e la speranza che questa vita terrena e biologica si apre a dimensioni più grandi nell’incontro con il Dio dei viventi.

Dalla Parola alla vita

Renato Sacco sollecita ad una riflessione in questi tempi di assuefazione all’imbarbarimento sull’importanza della lucidità del dissenso.

“L’assemblea applaude un uomo di mezza età che – imbarazzato o intimorito dalla vicinanza del potente – non riesce o non vuole prendere le distanze dalla richiesta formulata a mo’ di battuta “avrei una ragazza da sistemare... tra questi stands...”. E la risposta è “ci penso io”. Chi è quell’uomo? E chi sono quelli che applaudono?

Credo che possono essere la nostra fotografia. Di ognuno di noi quando, per paura, sudditanza, comodità o interesse, preferiamo assecondare, dare il consenso invece che esprimere il dissenso. I potenti hanno sempre bisogno di consenso. Altrimenti il loro potere crolla. Questo vale a ogni livello, politico, economico, militare.

C’è il rischio di dare un consenso, anche se apparentemente molto lontano, a quanto sta succedendo in Iraq: la strage di cristiani nella chiesa siro-cattolica di domenica 31 ottobre, e poi tutte le altre violenze e uccisioni di questi giorni. Un consenso fatto forse di silenzio, perché le notizie sui mass media sono altre.

(…) Quale consenso si chiede con gesti del genere? Il consenso alle guerre di oggi, chiamate missioni di pace, utilizzando la memoria della prima guerra mondiale, degli oltre 650.000 mila morti ammazzati in quella che il Papa di allora definì “Un’inutile strage”. Sì, ha usato proprio la parola ‘strage’, la stessa usata per descrivere e condannare quanto è successo in quella chiesa a Baghdad domenica scorsa. È tragico che il potere usi anche i morti della prima guerra mondiale, magari chiamandoli eroi, quando invece erano semplicemente dei poveracci costretti a fare la guerra contro la loro voglia. E non si ricorda invece che l’opposizione popolare alla guerra era molto ampia e con la dichiarazione di guerra, crebbe anche nell’esercito. Su 5 milioni e 500 mila mobilitati per la prima Guerra Mondiale, 870.000 furono denunciati per insubordinazione. Oltre il 15%. E sappiamo che chi non ubbidiva agli ordini di attacco al grido ‘avanti Savoia!’ veniva fucilato anche sul posto. Il potere, men che meno quello militare, non ammette dissenso... Attenti allora a ogni forma di consenso data al potere, per non essere complici.” (Renato Sacco, Elogio del dissenso “Mosaico di pace”, 3 novembre 2010).

Alessandro Cortesi op

I DOMENICANI del Meridione E LE SFIDE di oggi (Giustizia e Pace)

Al link sotto indicato si può trovare il recente comunicato di Giustizia e Pace, formulato dai Frati Domenicani del Meridione d'Italia sulle urgenze del nostro Paese.

Palermo, 10 Agosto 2009

http://groups.google.it/group/giustizia-pace-integrita-del-creato/browse_thread/thread/983c4859fa3e215b?hl=it
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IL POVERO NON E' UN CRIMINALE

Leggi qui http://www.giustiziaepace.it/index.php?option=com_content&view=article&id=63:il-povero-non-e-un-criminale&catid=9:relazioni-interne&Itemid=4 il comunicato che
, quali cittadini e cristiani,
abbiamo emesso in relazione a talune norme del disegno di legge c.d. sulla sicurezza, da poco approvato dal Senato della Repubblica.

Palermo, 7 Febbraio 2009

- Fra' Graziano Bruno o.f.m. , Moderatore di Giustizia e Pace per la Sicilia dei Frati Minori
- Francesco Lo Cascio, Movimento Internazionale per la Riconciliazione
- Salvatore Scaglia
, componente della Commissione nazionale di Giustizia e Pace della Famiglia Domenicana

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PETIZIONE contro la PEDOFILIA

Già i Romani avvertivano che "debetur puero maxima reverentia". Gesù Cristo, poi, è perentorio: "chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli [...], meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare" (Matteo 18, 6).

Firmiamo dunque in massa la petizione internazionale contro la pedofilia (sul sito sotto indicato), promossa dall'associazione Meter di Fortunato Di Noto, sacerdote di Avola (SR), da anni impegnato sul fronte della tutela dei bambini.

http://www.associazionemeter.org/index.php?option=com_content&task=view&id=63&Itemid=68

Palermo, 28 Settembre 2008
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La chiesa di san Domenico a Palermo (pantheon dei siciliani illustri): nell'annesso convento - sul retro - si incontra la F.L.S.D.

L'obelisco dell'Immacolata, davanti alla chiesa, e il simulacro della Madonna del Rosario, all'interno, attribuito a Girolamo Bagnasco (prima metà XIX sec.)

Laici domenicani di Palermo e Catania a Caltanissetta, con la calotta cranica di San Domenico, nel Maggio 2009

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