Orzinuovi, 1457 - Soncino, 1530 Nata ad Orzinuovi (Bs) da una famiglia di agricoltori, visse aiutandoli nel lavoro dei campi. Entrata nel 1489 a far parte del Terz'Ordine Domenicano, fu assidua nella contemplazione della Passione di Cristo, della quale portava sul corpo le stimmate. Si dedicò con generosità al servizio dei poveri e della pace. Morì il 2 gennaio 1530 a Soncino (Cr) nel monastero da lei edificato e guidato con prudenza per anni. Etimologia: Stefana = corona, incoronato, dal greco Martirologio Romano: A Soncino in Lombardia, beata Stefana Quinzani, vergine, suora del Terz’Ordine di San Domenico, che si dedicò con assiduità alla contemplazione della passione del Signore e alla formazione cristiana delle fanciulle. La Beata Stefana nacque ad Orzinuovi, ma, dopo un lungo soggiorno a Crema, visse poi a Soncino, dove nel convento dei Domenicani era luce a tutti di mirabile santità. Il Beato Domenicano Matteo Carreri, quando era ancora una piccola bimba, le predisse una ferita del divino amore. A sette anni Stefana fece voto di castità, e Gesù, apparendole, le mise al dito un anello prezioso. A 15 anni prese l’Abito del Terz’Ordine Domenicano, ma già in precedenza n’era stata rivestita dal glorioso Padre Domenico in una celeste visione. Fu cinta dagli angeli del cingolo di S. Tommaso, restando per sempre confermata in una perfetta purità. La Beata Stefana fa parte di quell’eletto stuolo di vergini Gusmane che hanno portato nel corpo e nello spirito tutti i dolori del Salvatore. Per quarant’anni, infatti, ogni venerdì, sperimentò l’intera Passione di Gesù e portò impresse nel proprio corpo le sacre Stimmate. Come a S. Caterina da Siena le fu cambiato miracolosamente il cuore, ed ebbe il dono di conoscere i più occulti pensieri e le cose future. Tanta copia di celesti carismi fruttificarono in un intenso apostolato che si estese ad ogni classe di persone. Un giorno Gesù, apparendole, le disse: “Figliola, tu mi hai fatto il dono, completo della tua volontà, quale ricompensa desideri?”; “Non voglio altra mercede che Te medesimo”, rispose Stefana. Mori santamente pronunziando le parole di Gesù sulla croce: “In manus tuas Domine, commendo spiritum meum!” Papa Benedetto XIV il 14 dicembre 1740 ha confermato il culto. Le sue reliquie, nel 1988, sono state riportate a Soncino.
L'Ordine Domenicano la ricorda il 3 gennaio.
Autore: Franco Mariani
> CHI SIAMO
La Fraternita palermitana si riunisce di norma due volte al mese (il 1° e il 3° Lunedì alle ore 21) presso il convento dei Padri domenicani, sito in via Bambinai n. 18 - c.a.p. 90133 - (dalla via Roma, zona Poste centrali; dal lungomare, rione San Pietro).
Scopo delle adunate è l'incontro fraterno unito alla preghiera e alla meditazione della Parola di Dio, in funzione della predicazione: sia dei singoli sia del gruppo. Si punta così a formare dei laici adulti, capaci di permeare le realtà secolari con lo spirito cristiano (cf. , nel Concilio ecumenico Vaticano II, Lumen gentium, n. 31) secondo l'ideale domenicano.
Una sottolineatura è data anche alle tematiche attuali di Giustizia e Pace (cf. Costituzione fondamentale del laicato domenicano, n. 6), nella memoria operativa dei tanti che - nell'Ordine domenicano - si sono battuti per un mondo migliore, in cui la tranquillità universale (pace) non sia frutto di armistizi o silenzio delle armi, ma piuttosto del "dare continuamente a ciascuno il suo" diritto (giustizia).
> L'IDENTITA' E LA STORIA
> LA SPIRITUALITA'
> I MAGGIORI LAICI DOMENICANI
Su La Pira e Sturzo sono stati recentemente aperti, a Firenze e a Roma, processi diocesani super virtutibus.
Benedetto XVI RINUNCIA al mandato petrino
VIVA BENEDETTO XVI, Papa dotto, mite e capace di atti importantissimi (tra cui l'aver dato norme severe contro la pedofilia e il riciclaggio del denaro, in cui era coinvolto lo IOR).
Ma VIVA SOPRATTUTTO LA CHIESA CATTOLICA, nella quale PERMANENTE non è la figura dell'uomo, persino il santo, che rimane ministro (ossia servitore), ma di GESU' CRISTO NOSTRO SIGNORE, che l'ha fondata e la continua a governare fino alla fine dei tempi.
Perchè SU DI ESSA, come promesso dallo stesso Signore, LE PORTE DEGLI INFERI "NON PRAEVALEBUNT" !
Sulla manovra economica, DALLA PARTE DEGLI ULTIMI
La manovra economica in discussione alla Camera colpisce, non per la prima volta, le famiglie e le persone più deboli.
In un contesto economico-sociale assai critico - in cui la famiglia è obbiettivamente alla base del welfare italiano, tamponando le insufficienze delle istituzioni pubbliche, centrali e locali, circa i giovani disoccupati, gli anziani e gli ammalati - ci indignano i tagli lineari delle agevolazioni fiscali, seppur per il 2013-2014, riguardanti persino i figli a carico e le spese sanitarie. Ma anche la stabilizzazione, per l’immediato, degli aumenti provvisori delle accise sui carburanti, che porta complessivamente le tasse sul carburante al livello più alto dal 1995, è una ver’e propria stangata per consumatori e imprese.
Ci appare, peraltro, paradossale che chi ha chiesto ed ottenuto il consenso elettorale promettendo « meno tasse per tutti » oggi non riesca a calibrare diversamente questa manovra, pur indispensabile per la tenuta dei conti italiani secondo i parametri dell’Unione europea.
Se, quindi, come ha dichiarato in queste ore lo stesso Ministro dell’economia, « la salvezza arriva dalla politica » e « la politica non può fare errori », auspichiamo una modifica sostanziale, se non sui numeri, sui primi destinatari della manovra stessa, che rischia di impoverire ulteriormente il c.d. ceto medio, dando l’impressione di risparmiare i ricchi di un Paese, in cui il 10% delle famiglie possiede il 44% della ricchezza nazionale.
Pertanto, si attivino specialmente quanti in Parlamento si dicono credenti, ricordando che per « l'oppressione dei miseri e il gemito dei poveri, io sorgerò - dice il Signore - » e « metterò in salvo chi è disprezzato » (Salmo 11, 6).
Commissione Nazionale della Famiglia Domenicana Giustizia Pace e Creato
Roma, 15-7-2011
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X GIORNATA per l'IMPEGNO e la SOLIDARIETA'
APPELLO al Papa per Padre Pino PUGLISI MARTIRE
A Palermo dalla parte di lavavetri e senzatetto
E' appena entrata in vigore un'ordinanza del Sindaco di Palermo che prevede un'aspra sanzione pecuniaria, tra l'altro, nei confronti dei lavavetri ai semafori delle strade e di persone senza fissa dimora sorprese a bivaccare (sic). Il provvedimento ritiene che le loro attività creino problemi di ordine pubblico: l'intento è dunque quello - ha dichiarato il Sindaco - di "migliorare la qualità della vita dei cittadini", rispondendo "anche ad un sentire comune".
Tuttavia è paradossale che, in una città in cui la violazione delle regole è all'ordine del giorno, si chiamino a rispondere di comportamenti illeciti i poveri, quali sono le persone umane che chiedono qualche centesimo agli incroci o, in mancanza di un'abitazione, si sistemano a dormire tra improvvisati cartoni e coperte. In un momento in cui, secondo i dati Istat, la disoccupazione dilaga e si allargano le aree di povertà nella città, questa misura è davvero sorprendente, anche perchè rischia di consegnare uomini e donne che vivono di espedienti alla commissione di veri e propri reati, se non alla mercè della criminalità organizzata.
La decisione, in ogni caso, non risponde affatto al nostro sentire di cittadini e di cristiani, che anzi affermano con forza come una vita migliore per Palermo sarebbe, non già quella in cui gli indigenti siano resi invisibili, togliendo dagli occhi di chiunque lo scandalo della miseria, bensì quella intessuta di attenzione, da parte di ciascuno, ai bisogni degli ultimi, in nome di una reale solidarietà e giustizia.
Palermo, 24 Settembre 2010 (pubblicato su La Sicilia - Palermo del 5-10-2010, p. 33)
Fra' Graziano Bruno o.f.m., Giustizia Pace Integrità del creato - Sicilia
Fra' Giovanni Calcara o.p., Commissione nazionale di Giustizia e Pace della Famiglia domenicana
Francesco Lo Cascio, Movimento Internazionale per la Riconciliazione
Salvatore Scaglia, Commissione nazionale di Giustizia e Pace della Famiglia domenicana
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Il Papa a Palermo e le polemiche
Sulla promozione INTEGRALE della persona umana
NESSUNO, se non Dio Padre, CONOSCE il tempo del RITORNO DI CRISTO !
Si fanno sempre più consistenti, sui vari mezzi di comunicazione sociale, dicerie circa un imminente ritorno di Gesù. Ne può così derivare paura, rassegnazione, pessimismo cosmico, deresponsabilizzazione personale o consumazione edonistica dell'esistenza.
Tuttavia il VANGELO odierno (Domenica 15 Novembre 2009) fa piazza pulita dei FALSI PROFETI, che, ieri come oggi, pretendono di conoscere il momento della SECONDA VENUTA DI CRISTO (c.d. parusìa): "Gesù disse ai suoi discepoli: « In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. [...] Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre » " (Marco 13, 24-32, passim).
Tuttavia il VANGELO odierno (Domenica 15 Novembre 2009) fa piazza pulita dei FALSI PROFETI, che, ieri come oggi, pretendono di conoscere il momento della SECONDA VENUTA DI CRISTO (c.d. parusìa): "Gesù disse ai suoi discepoli: « In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. [...] Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre » " (Marco 13, 24-32, passim).
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IX GIORNATA per l'IMPEGNO e la SOLIDARIETA'
FIGURE DOMENICANE. Beata Stefana Quinzani
Pubblicato da Laici Domenicani di Palermo
FIGURE DOMENICANE. Beata Giovanna da Orvieto
23 Luglio
Cornaiolo, 1264 - Orvieto, 1306
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Giovanna da Orvieto, nata a Cornaiolo nel 1264, rimase orfana in tenerissima età e, mossa da un celeste istinto, si affidò tutta alla custodia degli Angeli di cui sentiva l’amorosa tutela. A dieci anni si consacrò a Gesù e già anelava a una vita di completa dedizione a Lui. Essa intanto cresceva bella e graziosa, mentre andava maturando in cuore il disegno di entrare nel Terz’Ordine di S. Domenico, allora in fiore, e i cui membri vestivano pubblicamente l’Abito e conducevano vita religiosa, senza però lasciare le rispettive case.
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Pubblicato da Laici Domenicani di Palermo
FIGURE DOMENICANE. Beata Osanna Andreasi
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Pubblicato da Laici Domenicani di Palermo
FIGURE DOMENICANE. Beata Maria Bartolomea Bagnesi
28 Maggio
Firenze, 1514 - 1577
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FIGURE DOMENICANE. Beata Caterina da Montenegro
27 Aprile
Kebeza, 1493 - Kotor, 1565
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FIGURE DOMENICANE. Beata Margherita da Città di Castello
Metola, 1287 - Città di Castello, 1320
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FIGURE DOMENICANE. Beata Sibillina Biscossi
Pavia 1287 - 1367
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Pubblicato da Laici Domenicani di Palermo
FIGURE DOMENICANE. Beata Villana Delle Botti
(29 Gennaio)
Firenze, 1332 - 29 Gennaio 1361
Pubblicato da Laici Domenicani di Palermo
FIGURE DOMENICANE. Beata Lucia da Narni
Lucia da Narni, nata il 13 Novembre 1476, fin dalla nascita fu favorita da grazie celesti.
Pubblicato da Laici Domenicani di Palermo
FIGURE DOMENICANE. Beata Benvenuta Boiani
Cividale, Friuli, Maggio 1255 - Cividale, 1292
Pubblicato da Laici Domenicani di Palermo
FIGURE DOMENICANE. Beata Maria Poussepin
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Pubblicato da Laici Domenicani di Palermo
FIGURE DOMENICANE. Beata Maddalena Panatieri
Pubblicato da Laici Domenicani di Palermo
FIGURE DOMENICANE. Beato Alberto da Bergamo
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Fonte: Franco Mariani
Pubblicato da Laici Domenicani di Palermo
FIGURE DOMENICANE. Il Papa su Bartolo Longo
OMELIA DEL PAPA BENEDETTO XVI
Seguendo le orme del Servo di Dio Giovanni Paolo II, sono venuto in pellegrinaggio quest’oggi a Pompei per venerare, insieme a voi, la Vergine Maria, Regina del Santo Rosario. Sono venuto, in particolare, per affidare alla Madre di Dio, nel cui grembo il Verbo si è fatto carne, l’Assemblea del Sinodo dei Vescovi in corso in Vaticano sul tema della Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. La mia visita coincide anche con la Giornata Missionaria Mondiale: contemplando in Maria Colei che ha accolto in sé il Verbo di Dio e lo ha donato al mondo, pregheremo in questa Messa per quanti nella Chiesa spendono le loro energie a servizio dell’annuncio del Vangelo a tutte le nazioni. Grazie, cari fratelli e sorelle, per la vostra accoglienza! Vi abbraccio tutti con affetto paterno, e vi sono riconoscente per le preghiere che da qui fate salire incessantemente al Cielo per il Successore di Pietro e per le necessità della Chiesa universale.
Un cordiale saluto rivolgo, in primo luogo, all’Arcivescovo Carlo Liberati, Prelato di Pompei e Delegato Pontificio per il Santuario, e lo ringrazio per le parole con cui si è fatto interprete dei vostri sentimenti. Il mio saluto si estende alle Autorità civili e militari presenti, in modo speciale al Rappresentante del Governo, il Ministro per i Beni Culturali, ed al Sindaco di Pompei, il quale al mio arrivo ha voluto indirizzarmi espressioni di deferente benvenuto a nome dell’intera cittadinanza. Saluto i sacerdoti della Prelatura, i religiosi e le religiose che offrono il loro quotidiano servizio in Santuario, tra i quali mi piace menzionare le Suore Domenicane Figlie del Santo Rosario di Pompei e i Fratelli delle Scuole Cristiane; saluto i volontari impegnati in diversi servizi e gli zelanti apostoli della Madonna del Rosario di Pompei. E come dimenticare, in questo momento, le persone che soffrono, gli ammalati, gli anziani soli, i giovani in difficoltà, i carcerati, quanti versano in pesanti condizioni di povertà e di disagio sociale ed economico? A tutti e a ciascuno vorrei assicurare la mia vicinanza spirituale e far giungere la testimonianza del mio affetto. Ognuno di voi, cari fedeli e abitanti di questa terra, ed anche voi che siete spiritualmente uniti a questa celebrazione attraverso la radio e la televisione, tutti vi affido a Maria e vi invito a confidare sempre nel suo materno sostegno.
Lasciamo ora che sia Lei, la nostra Madre e Maestra, a guidarci nella riflessione sulla Parola di Dio che abbiamo ascoltato. La prima Lettura e il Salmo responsoriale esprimono la gioia del popolo d’Israele per la salvezza donata da Dio, salvezza che è liberazione dal male e speranza di vita nuova. L’oracolo di Sofonia si indirizza ad Israele che viene designato con gli appellativi di “figlia di Sion” e “figlia di Gerusalemme” e viene invitato alla gioia: “Rallégrati… grida di gioia… esulta!” (Sof 3,14). E’ il medesimo appello che l’angelo Gabriele rivolge a Maria, a Nazaret: “Rallegrati, piena di grazia” (Lc 1,28). “Non temere, Sion” (Sof 3,16), dice il Profeta; “Non temere, Maria” (Lc 1,30), dice l’Angelo. E il motivo della fiducia è lo stesso: “Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te / è un salvatore potente” (Sof 3,17), dice il Profeta; “il Signore è con te” (Lc 1,28), assicura l’Angelo alla Vergine. Anche il cantico di Isaia si conclude così: “Canta ed esulta, tu che abiti in Sion, / perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele” (Is 12,6). La presenza del Signore è fonte di gioia, perché, dove c’è Lui, il male è vinto e trionfano la vita e la pace. Vorrei sottolineare, in particolare, la stupenda espressione di Sofonia, che rivolgendosi a Gerusalemme dice: il Signore “ti rinnoverà con il suo amore” (3,17). Sì, l’amore di Dio ha questo potere: di rinnovare ogni cosa, a partire dal cuore umano, che è il suo capolavoro e dove lo Spirito Santo opera al meglio la sua azione trasformatrice. Con la sua grazia, Dio rinnova il cuore dell’uomo perdonando il suo peccato, lo riconcilia ed infonde in lui lo slancio per il bene. Tutto questo si manifesta nella vita dei santi, e lo vediamo qui particolarmente nell’opera apostolica del beato Bartolo Longo, fondatore della nuova Pompei. E così apriamo in quest’ora anche il nostro cuore a questo amore rinnovatore dell’uomo e di tutte le cose.
Sin dai suoi inizi, la comunità cristiana ha visto nella personificazione di Israele e di Gerusalemme in una figura femminile un significativo e profetico accostamento con la Vergine Maria, la quale viene riconosciuta proprio quale “figlia di Sion” e archetipo del popolo che “ha trovato grazia” agli occhi del Signore. E’ una interpretazione che ritroviamo nel racconto evangelico delle nozze di Cana (Gv 2,1-11). L’evangelista Giovanni mette in luce simbolicamente che Gesù è lo sposo d’Israele, del nuovo Israele che siamo noi tutti nella fede, lo sposo venuto a portare la grazia della nuova Alleanza, rappresentata dal “vino buono”. Al tempo stesso, il Vangelo dà risalto anche al ruolo di Maria, che viene detta all’inizio “la madre di Gesù”, ma che poi il Figlio stesso chiama “donna” – e questo ha un significato molto profondo: implica infatti che Gesù, a nostra meraviglia, antepone alla parentela il legame spirituale, secondo il quale Maria impersona appunto la sposa amata del Signore, cioè il popolo che lui si è scelto per irradiare la sua benedizione su tutta la famiglia umana. Il simbolo del vino, unito a quello del banchetto, ripropone il tema della gioia e della festa. Inoltre il vino, come le altre immagini bibliche della vigna e della vite, allude metaforicamente all’amore: Dio è il vignaiolo, Israele è la vigna, una vigna che troverà la sua realizzazione perfetta in Cristo, del quale noi siamo i tralci; e il vino è il frutto, cioè l’amore, perché proprio l’amore è ciò che Dio si attende dai suoi figli. E preghiamo il Signore, che ha dato a Bartolo Longo la grazia di portare l’amore in questa terra, affinché anche la nostra vita e il nostro cuore portino questo frutto dell’amore e rinnovino così la terra.
All’amore esorta anche l’apostolo Paolo nella seconda Lettura, tratta dalla Lettera ai Romani. Troviamo delineato in questa pagina il programma di vita di una comunità cristiana, i cui membri sono stati rinnovati dall’amore e si sforzano di rinnovarsi continuamente, per discernere sempre la volontà di Dio e non ricadere nel conformismo della mentalità mondana (cfr 12,1-2). La nuova Pompei, pur con i limiti di ogni realtà umana, è un esempio di questa nuova civiltà, sorta e sviluppatasi sotto lo sguardo materno di Maria. E la caratteristica della civiltà cristiana è proprio la carità: l’amore di Dio che si traduce in amore del prossimo. Ora, quando san Paolo scrive ai cristiani di Roma: “Non siate pigri nello zelo, siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore” (12,11), il pensiero nostro va a Bartolo Longo e alle tante iniziative di carità da lui attivate per i fratelli più bisognosi. Spinto dall’amore, egli fu in grado di progettare una città nuova, che poi sorse attorno al Santuario mariano, quasi come irradiazione della sua luce di fede e di speranza. Una cittadella di Maria e della carità, non però isolata dal mondo, non, come si suol dire, una “cattedrale nel deserto”, ma inserita nel territorio di questa Valle per riscattarlo e promuoverlo. La storia della Chiesa, grazie a Dio, è ricca di esperienze di questo tipo, e anche oggi se ne contano parecchie in ogni parte della terra. Sono esperienze di fraternità, che mostrano il volto di una società diversa, posta come fermento all’interno del contesto civile. La forza della carità è irresistibile: è l’amore che veramente manda avanti il mondo!
Chi avrebbe potuto pensare che qui, accanto ai resti dell’antica Pompei, sarebbe sorto un Santuario mariano di portata mondiale? E tante opere sociali volte a tradurre il Vangelo in servizio concreto alle persone più in difficoltà? Dove arriva Dio, il deserto fiorisce! Anche il beato Bartolo Longo, con la sua personale conversione, diede testimonianza di questa forza spirituale che trasforma l’uomo interiormente e lo rende capace di operare grandi cose secondo il disegno di Dio. La vicenda della sua crisi spirituale e della sua conversione appare oggi di grandissima attualità. Egli infatti, nel periodo degli studi universitari a Napoli, influenzato da filosofi immanentisti e positivisti, si era allontanato dalla fede cristiana diventando un militante anticlericale e dandosi anche a pratiche spiritistiche e superstiziose. La sua conversione, con la scoperta del vero volto di Dio, contiene un messaggio molto eloquente per noi, perché purtroppo simili tendenze non mancano nei nostri giorni. In questo Anno Paolino mi piace sottolineare che anche Bartolo Longo, come san Paolo, fu trasformato da persecutore in apostolo: apostolo della fede cristiana, del culto mariano e, in particolare, del Rosario, in cui egli trovò una sintesi di tutto il Vangelo.
Questa città, da lui rifondata, è dunque una dimostrazione storica di come Dio trasforma il mondo: ricolmando di carità il cuore di un uomo e facendone un “motore” di rinnovamento religioso e sociale. Pompei è un esempio di come la fede può operare nella città dell’uomo, suscitando apostoli di carità che si pongono al servizio dei piccoli e dei poveri, ed agiscono perché anche gli ultimi siano rispettati nella loro dignità e trovino accoglienza e promozione. Qui a Pompei si capisce che l’amore per Dio e l’amore per il prossimo sono inseparabili. Qui il genuino popolo cristiano, la gente che affronta la vita con sacrificio ogni giorno, trova la forza di perseverare nel bene senza scendere a compromessi. Qui, ai piedi di Maria, le famiglie ritrovano o rafforzano la gioia dell’amore che le mantiene unite. Opportunamente, quindi, in preparazione dell’odierna mia visita, uno speciale “pellegrinaggio delle famiglie per la famiglia” si è compiuto esattamente un mese fa, per affidare alla Madonna questa fondamentale cellula della società. Vegli la Vergine Santa su ogni famiglia e sull’intero popolo italiano!
Questo Santuario e questa città continuino soprattutto ad essere sempre legati a un dono singolare di Maria: la preghiera del Rosario. Quando, nel celebre dipinto della Madonna di Pompei, vediamo la Vergine Madre e Gesù Bambino che consegnano le corone rispettivamente a santa Caterina da Siena e a san Domenico, comprendiamo subito che questa preghiera ci conduce, attraverso Maria, a Gesù, come ci ha insegnato anche il caro Papa Giovanni Paolo II nella Lettera Rosarium Virginis Mariae, in cui fa riferimento esplicito al beato Bartolo Longo ed al carisma di Pompei. Il Rosario è preghiera contemplativa accessibile a tutti: grandi e piccoli, laici e chierici, colti e poco istruiti. E’ vincolo spirituale con Maria per rimanere uniti a Gesù, per conformarsi a Lui, assimilarne i sentimenti e comportarsi come Lui si è comportato. Il Rosario è “arma” spirituale nella lotta contro il male, contro ogni violenza, per la pace nei cuori, nelle famiglie, nella società e nel mondo.
Cari fratelli e sorelle, in questa Eucaristia, fonte inesauribile di vita e di speranza, di rinnovamento personale e sociale, ringraziamo Dio perché in Bartolo Longo ci ha dato un luminoso testimone di questa verità evangelica. E volgiamo ancora una volta il nostro cuore a Maria con le parole della Supplica, che tra poco insieme reciteremo: “Tu, Madre nostra, sei la nostra Avvocata, la nostra speranza, abbi pietà di noi … Misericordia per tutti, o Madre di misericordia!”. Amen.
© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana
Pubblicato da Laici Domenicani di Palermo
FIGURE DOMENICANE. Beato Bartolo Longo
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FIGURE DOMENICANE. La Pira e la Costituzione (relazione)
Pubblicato da Laici Domenicani di Palermo
FIGURE DOMENICANE. Giorgio La Pira
Pubblicato da Laici Domenicani di Palermo
FIGURE DOMENICANE. Beato Pier Giorgio Frassati
«Dal ghiacciaio il mio pensiero è corso agli amici lontani: li avrei voluti avere tutti qui a godere con me quello spettacolo meraviglioso» (lettera a un amico).
«Ieri sono stato insieme con Bertini Delpiano e altri del circolo «Cesare Balbo» al convegno di Novara. E’ stata una manifestazione che veramente mi ha colpito: sono passati per le vie di Novara, recentemente funestate da sangue fraterno, migliaia e migliaia di giovani entusiasti e pieni di Fede. [...]
V’è un buon risveglio anche di gioventù femminile (nota bene alla presidentessa abbiamo venduto 2 libretti) purtroppo si notava anche molte signorine fasciste, le quali però al vedere tanti giovani al fianco delle bandiere della Fede e pregare per le vie della città si ritirarono un po’ mortificate; speriamo che la Provvidenza arrivi ai loro cuori, affinché riporti queste pecorelle smarrite all’ovile.
Avevo portato 50 libretti con me temendo di non poterli vendere ed invece per fortuna me ne restano pochi e poi un centinaio sono venduti».
(lettera a Antonio Severi, 9 ottobre 1922)
Ammiratore fervente di questo frate, morto da santo sul patibolo, ho voluto nel farmi terziario prenderlo come modello, ma purtroppo sono ben lungi da imitarlo.
Pensaci e poi scrivimi le tue idee in proposito».
Questa malattia è quasi sempre prodotta dall’ateismo; ma lo scopo per cui noi siamo stati creati ci addita la via seminata sia pure di molte spine, ma non una triste via: essa è allegria anche attraverso i dolori.
Poi in questi giorni l’animo mio esulta perché è giunto da Livorno Marco Beltramo».
(lettera alla sorella, Torino, 14/2/1925)
Pubblicato da Laici Domenicani di Palermo
FIGURE DOMENICANE. Santa Caterina da Siena
Santa Caterina da Siena
29 Aprile
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Patronato: Italia, Europa (Giovanni Paolo II, 1/10/1999).
Etimologia: Caterina = donna pura, dal greco.
Emblema: anello, giglio.
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Lo si dice oggi come una scoperta: "Se è in crisi la giustizia, è in crisi lo Stato". Ma lo diceva già nel Trecento una ragazza.
Pubblicato da Laici Domenicani di Palermo
I DOMENICANI del Meridione E LE SFIDE di oggi (Giustizia e Pace)
Palermo, 10 Agosto 2009
http://groups.google.it/group/giustizia-pace-integrita-del-creato/browse_thread/thread/983c4859fa3e215b?hl=it
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IL POVERO NON E' UN CRIMINALE
- Francesco Lo Cascio, Movimento Internazionale per la Riconciliazione
- Salvatore Scaglia, componente della Commissione nazionale di Giustizia e Pace della Famiglia Domenicana
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PETIZIONE contro la PEDOFILIA
Firmiamo dunque in massa la petizione internazionale contro la pedofilia (sul sito sotto indicato), promossa dall'associazione Meter di Fortunato Di Noto, sacerdote di Avola (SR), da anni impegnato sul fronte della tutela dei bambini.
http://www.associazionemeter.org/index.php?option=com_content&task=view&id=63&Itemid=68
Palermo, 28 Settembre 2008
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